“Driving home for Christmas”, (GT music, 2020), con Raffaele Cervasio (guitar), Arturo Valiante (piano /rhodes), Carlo Bordini (drums), Giacomo Tantillo (trumpet/flugelhorn), Guerino Rondolone (bass).

Registrato, mixato e masterizzato da Clive Simpson, Extrabeat Recording, Roma.
Sette canzoni, sette modi diversi di raccontare il Natale.

In un album, il terzo, che Tiziana Bacchetta dedica alla festa più magica dell’anno,
attraverso brani per la maggioranza poco noti, senza dimenticare tuttavia un omaggio ai classici.

Un disco pieno di colori, malinconico e allo stesso tempo gioioso, rilassato ma a tratti
frizzante, dove atmosfere natalizie si fondono con quelle jazz e blues e dove si rivive
quella malinconia degli anni andati, ma anche il piacere di ritrovarsi in una casa,
intorno a un albero illuminato.

Tracce di Memoria(G.T.MUSIC Distribution 2018) con Arturo Valiante (piano/rhodes), Raffaele Cervasio (guitar, backing vocals), Carlo Bordini (drums), Pino Sallusti (double bass/bass), Mario Donatone (piano, vocals), Giacomo Tantillo (trumpet), Giovanna Bosco (backing vocals), Anna Pantuso (backing vocals).  Registrato, mixato e masterizzato da Clive Simpson, Extrabeat Recording, Roma.

Sei brani inediti e due cover. Un progetto, risultato di un lungo e approfondito lavoro, da cui emerge chiaramente la ricerca di raccogliere contenuti al di là delle categorie di genere: un disco dal forte sapore di jazz, dunque, ma vestito anche di blues e di soul.

Tracce di memoria” è “unplugged dell’anima”, un dialogo, attraverso la musica, tra stili e identità diverse, che narrano storie semplici di vita vissuta; collocando la forma “canzone” prevalentemente in lingua italiana.

“Non solo Parole Confuse”, (Philology Jazz 2009), con Carlo Battisti (drums), Arturo Valiante (piano), Francesco Ponticelli (double bass), Raffaele Cervasio (vocals), Mario Donatone (piano) e “World Spirit Choir”, Paolo Farinelli (sax).

Animata esclusivamente dal suo grande amore per il Jazz ha cercato, nel suo primo lavoro – e al di là di volerne disegnare una mappa “certa” – di rintracciarne le rotte più chiare, tirando i propri fili logici sui “punti fermi” della ballad, del blues, del gospel, del latin, seguendo le stelle più luminose (i grandi standards) e avendo sempre salde le mani sul timone della grande barca del groove afroamericano. Con una felice digressione: sperimentando il mood jazzistico su un inedito italiano, un intrigante swing “mediterraneo” che dà il titolo all’album.